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lunedì 12 ottobre 2009

3° Anno Insieme -- 1° Riunione

Venerdì 9 Ottobre, nel primo incontro del 3° anno insieme, si è avuto modo di esprimere le proprie opinioni riguardo la lettura del romanzo poliziesco "Il silenzio dei chiostri" di Alicia Gimenéz-Bartlett.
Il giudizio generale è stato positivo, è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi ed i personaggi stessi, i quali hanno animato una prima parte un po' troppo lenta e priva di colpi di scena. La parte conclusiva ha, invece, accelerato i tempi dell'opera riscuotendo la maggior parte dei consensi.

Per il prossimo incontro la proposta di lettura è "Le ragazze di Ventas" di Dulce Chacòn, romanzo basato sulle testimonianze dirette delle donne della Repubblica spagnola imprigionate dai franchisti a Madrid, "una commovente storia su donne che preferirono morire combattendo piuttosto che vivere in ginocchio" (Le Monde). Accolto al suo apparire da uno straordinario successo di pubblico e critica, è una di quelle rare opere che colpiscono profondamente al cuore restituendoci «l'emozione della verità» (El Mundo).

Vi aspettiamo
Venerdì 6 Novembre alle ore 18!!!

Le Ragazze di Ventas

È il 1939 a Madrid e la vita continua, come se fosse sospesa per un breve intenso momento, nel carcere femminile di Ventas.
Hortensia, i lunghi capelli raccolti in una treccia, gli occhi scuri e lo sguardo taciturno, passa buona parte della giornata a scrivere in un quadernetto azzurro. Quando parla, parla sottovoce, quasi sussurrando, poiché ha imparato a non porsi domande e ad accettare il fatto che la sconfitta penetra a fondo, molto a fondo, senza chiedere permesso e senza dare spiegazioni. Hortensia è incinta e sa che la sua vita è legata al bimbo che porta in grembo. Il giorno in cui nascerà sarà anche quello della sua fine.Elvira, sedici anni, la più piccola delle sue compagne, riempie di ceci un guanto per formare la testa di un burattino. Il peso le impedisce di maneggiarlo, ma lei non si arrende. Le sue piccole dita lottano con il guanto di lana e la sua voce accompagna la pantomima per scacciare la paura.Tomasa, che viene dall'Estremadura e ha la pelle olivastra e gli occhi a mandorla, si guarda attorno incredula. Non ha mai raccontato a nessuno il suo segreto: suo marito, i suoi quattro figli e la nuora sono stati gettati giù da un ponte dai falangisti.
Hortensia, Elvira, Tomasa hanno paura. Nelle loro voci, nei loro sguardi sfuggenti, c'è la paura. Negli sguardi dei loro familiari - di Pepita, ad esempio, la sorella di Hortensia che fa da messaggera tra lei e suo marito - c'è la paura. Sono donne che hanno combattuto per la libertà a prezzo della loro vita, donne alle quali non resta che evocare con emozione i ricordi, gli amori, le passioni, il tempo felice della loro esistenza.

Testimonianza di un periodo complesso e in parte oscuro (gli anni dopo la guerra civile, quando l'Europa era prima sconvolta dal conflitto mondiale e poi bloccata dalla guerra fredda, e poco o nulla si indagava sulla Spagna, lasciata all'arbitrio dei vincitori e della loro vendetta, con gli ultimi fuochi di guerriglia antifranchista e l'istaurarsi di un regime sordido e oppressivo), Le ragazze di Ventas (La voz dormida) si nutre di relazioni orali o scritte di eventi reali, chiacchierate con sopravvissuti, letture di saggi e ricerche d'archivio (il tutto ricordato in appendice). Ma non si nota. O meglio: si nota soltanto nella precisione e nel rispetto dovuto a un racconto terribile come questo, però non si nota nel racconto in sé, che scorre vivido e spontaneo, serenamente umano o visceralmente angoscioso, in un intrecciarsi coinvolgente di destini e ribellioni. Il ritmo affannoso di chi s'inoltra il tanto dolore e in tanto amore e in tanto coraggio è reso alla perfezione in capitoli brevi, a volte brevissimi, come per riprendere spesso fiato.
Molto più che una denuncia delle atrocità franchiste, questo romanzo sa diventare una voce collettiva non sepolta, né zittita, ma solo addormentata, come vuole il titolo originale, La voz dormida.

Chacòn, Dulce

Scrittrice impegnata, narratrice, poetessa e drammaturga, Dulce Chacòn nasce a Zafra il 3 Giugno del 1954 da una famiglia aristocratica, storicamente conservatrice, di destra, e da subito si rivela molto legata agli ideali progressisti, in ampio contrasto con l’impronta familiare (“Sono cresciuta sentendo solo una versione sulla guerra”, diceva, “Sapevo che c’era un’altra parte della storia”).

Impegnata nel sociale, si è, ad esempio, battuta per i diritti delle donne che patirono la carcerazione nel periodo della repressione franchista, si è apertamente schierata nel 2003 contro la guerra in Iraq, dove si recò personalmente con altri esponenti della cultura progressista spagnola e qui collaborò con alcune associazioni per la difesa dei diritti umani; da sempre attenta all’educazione dei giovani, era profondamente convinta del ruolo fondamentale della cultura come guida degli adolescenti nel loro diventare Uomini, si preoccupava di far accendere in loro l’amore per la letteratura, non applicando i metodi coercitivi scolastici.

Durante la sua giovinezza conobbe Paul Celain, Rainer Maria Rilke, César Vallejo e José Angel Valente, autori che hanno influito profondamente sul suo stile personale.

Tra i suoi romanzi "Algún amor que no mate", "Blanca vuela mañana", "Háblame, musa, de aquel varón", "Cielos de barro" e "La voz dormida" (Le ragazze di Ventas), nominato libro dell'anno in Spagna; per dar vita a questa sua ultima opera la Chacòn ha viaggiato per circa quattro anni per tutta la Spagna, raccogliendo quelle storie che poi andranno a comporre questo monumento alla Verità. In un articolo che ha scritto per El Pais, Dulce Chacón raccontò come, in una soffocante giornata d’Agosto, una delle donne da lei intervistate, di circa ottant’anni, chiuse la finestra per paura che la sua confessione potesse essere ascoltata. Parlò sussurrando tutto il tempo.

Nell’ottobre del 2003 le venne diagnosticato un cancro ormai in stato avanzato, e nel dicembre dello stesso anno si spense lasciando un vuoto culturale incolmabile.

sabato 10 ottobre 2009

"Il silenzio dei chiostri"

Petra, il poliziotto più duro ed efficiente del distretto di Barcellona, s'è sposata, e contrasta la maliziosa innocenza dei figli del marito Marcos. Anche il vice Garzón s'è sposato, ma lui si sente oppresso dalle infinite attenzioni dell'impeccabile moglie. Perciò, giunge loro come un sollievo amaro questo caso. Un omicidio nel convento delle sorelle del Cuore Immacolato, reso ancor più scabroso dalle modalità in cui sembra avvenuto. Il cadavere di frate Cristóbal dello Spirito Santo è stato ritrovato accanto alla teca che custodiva il Beato Asercio de Montcada. E il corpo sacro, miracolosamente incorrotto, intorno al quale, da esperto di reliquie, lavorava l'erudito cistercense, è scomparso. A intorbidare le piste, deviandole al soprannaturale, vi è poi un enigmatico biglietto: "cercatemi dove più non posso stare". Davanti a Petra e a Garzón si squaderna un ventaglio contraddittorio di ipotesi fantasiose che devono malvolentieri verificare, in un ambiente odoroso di incenso ma alquanto reticente. E sono perfino tentati da una tecnica d'indagine deduttiva che è loro estranea. Ma presto il realismo s'impone: "faccio fatica a credere a ciò che esula dalla mentalità comune", e la coriacea detective e il suo aiutante dai modi spicci e dalle mille fisime, riprendono il metodo abituale, faticoso e di strada.

Un’eroina dai nervi d’acciaio e il sorriso sprezzante. Petra Delicado, l’ispettore di polizia più famoso di Barcellona, torna con un’indagine intrigante e misteriosa. Al suo terzo matrimonio e alle prese con i tre figli di suo marito Marcos, Petra non rinuncia all’immersione totale nel suo lavoro. La stabilità sentimentale non ha affatto ammorbidito il suo carattere, così come non è riuscita a cambiare l’umore del suo vice Fermín Garzón, che continua a rimanere impulsivo e coriaceo anche adesso che frequenta il bel mondo.È Marina, la figlia di otto anni del suo nuovo marito, a lanciare Petra sulle tracce di un assassino. Al convento del Cuore Immacolato, dove la piccola va a catechismo, è stato ucciso frate Cristóbal, monaco cistercense dedito a ricerche di storia sacra. Dalla cappella è scomparso il corpo incorrotto del beato Asercio, meta di pellegrinaggi e visite turistiche. Petra e Garzón si ritrovano ben lontani dai soliti bassifondi. Madre Guillermina, suora basca tutta d’un pezzo, fumatrice incallita, è ben decisa a dirigere le indagini dal suo ufficio surriscaldato al centro di un labirinto di silenziosi corridoi per preservare la pace delle consorelle. Il commissario Coronas richiede la consulenza di uno psichiatra famoso mentre il mondo mediatico ha gli occhi incollati su una vicenda che si fa sempre più morbosa via via che pezzi della salma del beato cominciano a comparire in giro per la città. Come sempre ribelle, Petra non vuole saperne di identikit psicologici o di vecchie storie legate al culto delle reliquie, ma questa volta il filo da seguire è veramente troppo sottile e lo stress rischia di far fallire anche il suo terzo matrimonio. Giunta alla sua nona inchiesta, l’ispettrice Petra Delicado prova ad abbandonare il solito metodo speculativo, che la porta spesso fuori pista, che le fa fare ampie digressioni e la fa scontrare con giudici e commissari, per imitare il metodo dell’insigne studioso defunto: la deduzione tipica dell’ordine cistercense… Con scarsi risultati. Dove non arrivano le elucubrazioni dotte, arriverà ancora una volta l’istinto terreno. Il fiuto umano, troppo umano, di due personaggi indimenticabili.In quello che forse è il romanzo più ambizioso della serie, la Bartlett salta con disinvoltura fra il divertente ritratto delle nuove famiglie allargate e un acido compendio degli aspetti più oscuri della Spagna profonda, regalandoci un giallo ricco di suggestioni, ironia ed intelligenza, da leggere tutto d’un fiato.

Giménez - Bartlett, Alicia

Considerata una Camilleri spagnola per la vivacità della scrittura e l’originalità delle storie, Alicia Giménez-Bartlett è nata ad Almansa nel 1951 e vive dal 1975 a Barcellona.
Laureata in Letteratura e Filologia Moderna, ha insegnato per tredici anni letteratura spagnola e, dopo il successo dei suoi romanzi, ha deciso di dedicarsi completamente alla scrittura. Prima di ottenere infatti un enorme successo in patria con i romanzi Ritos de muerte e Dias de Perros la Bartlett ha pubblicato diversi libri: con Una abitacion ajena, che racconta il difficile rapporto tra Virginia Woolf e la sua cameriera, ha vinto nel 1997 il premio Feminino Lumen per la miglior scrittrice spagnola.
A consacrarla come una delle più seguite e amate scrittrici del suo paese è la serie di romanzi polizieschi che vedono protagonista l'ispettrice Petra Delicado e il suo vice Fermìn Garzòn. Humour, disincanto, autoironia e personaggi non scontati, caratterizzano la scrittura di Alicia che, pur non sottovalutando l’importanza dell’intrigo, punta tutto sui personaggi che, romanzo dopo romanzo, sono in continua evoluzione nei rapporti con gli altri, ma soprattutto con se stessi.
Nel 1999 dai gialli di Alicia Giménez-Bartlett è stata tratta una serie televisiva in tredici puntate, "Petra Delicado", interpretata da Ana Belen e Santiago Segura.