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sabato 7 giugno 2008

Firmino

Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta.
È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio.

1 commento:

club dei lettori ha detto...

Finalmente ho finito Firmino.
L'ho letto in 8 giorni, ma a me sono sembrati molto di più.
15 capitoli letti lentamente, + o - uno al giorno, poichè lenta è la narrazione di questo libro.
Non mi è piaciuto.
Non riesco a capire da dove sia arrivato il successo e come abbia fatto a diventare un caso letterario.
L'idea della storia è carina, ma non sviluppata a pieno.
E' scritto in un linguaggio troppo ricercato che non fa altro che appesantire la lettura.
Il topo, a mio avviso sembra la maschera dietro alla quale si cela lo scrittore.
Sul retro della copertina c'è scritto che con Firmino, Sam Savage ha scritto l'opera della sua vita.
Firmino a sua volta racconta nel libro la sua vita e spera che questa possa essere pubblicata come una grande opera.
Firmino dovrebbe rappresentare la voce di tutti quelli che considerano la lettura e la fantasia il cibo + prezioso per l'anima.
Nei primi capitoli probabilmente è così, ma successivamente la storia mi sembra incentrata sulla voglia del protagonista di comunicare con gli uomini e di avere un rapporto quasi paritario con essi.
Questo desiderio viene parzialmente realizzato con l'incontro di Shine prima e di Jerry dopo.
Ma la morte di quest'ultimo e l'abbandono da parte del primo della libreria (luogo natio di Firmino e sopratutto luogo di approcio ai libri sia come cibo del corpo che della mente)lo fanno sprofondare nella + assoluta solitudine.
Il finale mi è abbastanza ostico...mi sembra completamente distaccato dal resto del romanzo