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sabato 5 dicembre 2009

3° Riunione

Ieri pomeriggio il 3° incontro della nuova stagione del Club dei Lettori è stato animato dai divertenti aneddoti tratti dal libro "Zia Mame" che ha riscosso grande successo. Questo libro, divertente ed ironico, rivela citazioni importanti ed una scrittura avvincente.

Per il prossimo incontro è stato proposto "Il giardino dei ricordi" di Rachel Hore; ambientata in un giardino perduto della magica Cornovaglia, l’autrice propone una meravigliosa storia d’amore di tanto tempo fa.


Vi aspettiamo
Venerdì 8 Gennaio alle ore 18!!!

Il giardino dei ricordi

Lamorna Cove, una piccola, incontaminata baia in Cornovaglia, nel secolo scorso era il ritrovo di una colonia di artisti. Oggi, Mei spera che possa essere il luogo per sfuggire al dolore della morte della madre e per riprendersi dalla fine della sua storia d'amore. Affitta un cottage nella suggestiva tenuta di Merryn Hall, dove dopo qualche giorno arriva Patrick, il nipote del vecchio proprietario, anche lui reduce dal fallimento di una relazione sentimentale. I due iniziano insieme una lunga opera di ricostruzione del giardino della villa per riportarlo all'antico splendore e, contemporaneamente, indagano sull'identità dell'artista di alcuni quadri ritrovati da Mei. Scopriranno così a poco a poco la vicenda di Pearl, una delle cameriere di Merryn Hall all'inizio del novecento, divenuta l'amante del nipote del proprietario ma allontanata una volta rimasta incinta. Mei e Patrick si avvicinano sempre più fino a innamorarsi, ma la completa felicità sembra irraggiungibile...

Romanzo che passando dal passato al presente, da una generazione a un’altra, tratteggia il ritratto di due donne, separate da un secolo, ma che si trovano ad dover affrontare le stesse sfide per raggiungere la felicità. Ambientata in un giardino perduto della magica Cornovaglia, l’autrice propone una meravigliosa storia d’amore di tanto tempo fa.


“Il minuscolo paese di Lamorna Cove è lo sfondo di due storie di amore contrastato e di aspirazioni tradite… un libro geniale!” Daily Mirror

Hore, Rachel


Responsabile editoriale per la narrativa di una casa editrice londinese, Rachel Hore collabora con il Guardian, l’Independent on Sunday e Literary Reviews, e insegna Editoria presso l’University of East Anglia. Vive a Norwich, nel Norfolk, con il marito, lo scrittore D.J. Taylor, e i loro tre figli.
Il suo primo romanzo, Una casa da sogno, è stato pubblicato con successo nel 2007.

sabato 7 novembre 2009

2° Riunione

Nell’incontro del 6 Novembre si è avuto modo di esprimere le proprie opinioni riguardo il romanzo “Le Ragazze di Ventas” di Dulce Chacòn. Questa lettura è piaciuta alla maggior parte dei partecipanti, la scrittura particolare ed avvincente della Chacòn ha appossionato e incuriosito i lettori. Un romanzo che dà voce a un periodo storico poco conosciuto e soprattutto alle donne, vere protagoniste di questa lettura che unisce le testimonianze storiche a storie d'amore d'altri tempi.

Per il prossimo incontro è stato proposto "Zia Mame" (Auntie Mame: An Irriverent Escapade) di Patrick Dennis, un'avventura leggera ed irriverente che "incanta, seduce, diverte sia i lettori colti sia la grande massa dei cosiddetti lettori comuni" (La Repubblica).


Vi aspettiamo
Venerdì 4 Dicembre alle ore 18!!!

Zia Mame

Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con sé, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia concepito, e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.

A distanza di più di cinquant’anni l’editoria italiana riscopre un grande capolavoro dimenticato, un romanzo che alla sua uscita negli Stati Uniti (dopo essere stato rifiutato da ben diciannove editori, che lo consideravano "invendibile" per il suo carattere singolare e non convenzionale), nel 1955, balzò subito in vetta alle classifiche di vendita. Mai come in questo caso, però, l’etichetta di “best seller” è meno appropriata. Qui non si tratta del solito polpettone hollywoodiano in cui si susseguono colpi di scena e misteri insondabili; non si tratta nemmeno della classica saga familiare, né della parabola ascendente del sogno americano, né di quella discendente della beat generation. Si tratta di un concentrato di comicità e cultura, in cui i grandi movimenti centrifughi che hanno colpito gli Stati Uniti negli anni Venti, dalla crisi del ‘29 alle avanguardie artistiche, vengono dipinti attraverso le avventure di un personaggio indimenticabile. Zia Mame, ora geisha giapponese, ora ballerina di fila, romantica moglie sudista e amazzone intrepida al tempo stesso, ogni mese della sua vita inaugura una nuova impresa epica, coinvolgendo di volta in volta il suo maggiordomo giapponese, la bambinaia irlandese, la dattilografa, il poeta, l’editore, l’agente letterario. Conduce una vita salottiera e ciarliera, in cui l’ostentazione della ricchezza, i cocktail in terrazza e le commedie sperimentali di Broadway si susseguono tra bollicine di champagne e letti di seta. La crisi finanziaria che travolge mezzo mondo nulla può contro questa donna dalle mille risorse. Come possa aver fatto una donna tanto avventata, imprudente, generosa e folle, a tirar su un ragazzino di dieci anni è un mistero. Per fortuna il defunto signor Dannis prima di morire aveva affidato tutto il cospicuo patrimonio del piccolo Patrick allo Studio Knickerbocker, che avrebbe provveduto direttamente alla sua educazione - tassativamente tradizionale - mentre l’eccentrica zia avrebbe seguito il bambino solo durante le vacanze. Ma quando si ha a che fare con una forza della natura come Zia Mame, le vacanze estive sono un periodo più che sufficiente per cambiarti la vita, soprattutto se si ha la mente brillante e recettiva di Patrick: un bambino che guarda il mondo con l’occhio distaccato del baro e lo descrive con l’ironia del ciarlatano. Come se niente potesse toccarlo direttamente, l’autore-protagonista conosce i tempi comici e la natura umana, cita Bauhaus e i magazzini Macy’s, descrive ogni caffé di New York attribuendogli l’atmosfera magica dei bistrot parigini, guarda al di là della sfavillante apparenza dei rutilanti anni Venti, per coglierne tutta la grottesca miseria. Un romanzo divertente, ricco di citazioni colte ma capace di coinvolgere anche il lettore occasionale, una sorprendente sferzata di buonumore assolutamente da non perdere.

Dennis, Patrick

Patrick Dennis è uno degli pseudonimi di Edward Everett Tanner III, nato a Evanston (Illinois), nel 1921. Durante la seconda guerra mondiale entrò nell'American Field Service, come autista di ambulanze nelle battaglie di Montecassino, ma venne poi dimesso dall'esercito per una grave depressione. Alla fine degli anni Quaranta si trasferì a New York.

Dopo aver scritto come «ghost writer» alcuni libri usciti a nome di giornalisti e diplomatici di buona fama, Tanner cominciò a pubblicare in proprio con lo pseudonimo di Virginia Rowans. Come Patrick Dennis firmò nel 1955 Zia Mame (Auntie Mame: An Irriverent Escapade), vendendo più di due milioni di copie e nel 1956 Guestward, Ho! (Gli ospiti), da cui venne tratta una serie televisiva. In pochi anni pubblicò una serie di bestseller e ben presto la doppia identità dell'autore venne svelata dal settimanale Life. Nel 1961 un nuovo libro, a firma Dennis, ottenne un successo pari Zia Mame: Little Me. Le memorie intime di Belle Poitrine, intelligente parodia del mondo hollywoodiano e del nascente culto delle celebrità, accompagnata da centinaia di fotografie di Chris Alexander. Divenne, come Zia Mame, un musical e in seguito un film.

Nel 1962 Edward Tanner tentò il suicidio, per un amore omosessuale infelice, e fu ricoverato in ospedale psichiatrico. Da questa crisi non si riprese né umanamente né come scrittore. Morì di cancro al pancreas nel 1976, ormai sconosciuto, nonostante i suoi libri continuassero a alimentare sceneggiature e soggetti cinematografici. Una parte dei suoi manoscritti è a tutt'oggi conservata presso gli archivi dell'Università di Yale, un'altra a Boston.

lunedì 12 ottobre 2009

3° Anno Insieme -- 1° Riunione

Venerdì 9 Ottobre, nel primo incontro del 3° anno insieme, si è avuto modo di esprimere le proprie opinioni riguardo la lettura del romanzo poliziesco "Il silenzio dei chiostri" di Alicia Gimenéz-Bartlett.
Il giudizio generale è stato positivo, è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi ed i personaggi stessi, i quali hanno animato una prima parte un po' troppo lenta e priva di colpi di scena. La parte conclusiva ha, invece, accelerato i tempi dell'opera riscuotendo la maggior parte dei consensi.

Per il prossimo incontro la proposta di lettura è "Le ragazze di Ventas" di Dulce Chacòn, romanzo basato sulle testimonianze dirette delle donne della Repubblica spagnola imprigionate dai franchisti a Madrid, "una commovente storia su donne che preferirono morire combattendo piuttosto che vivere in ginocchio" (Le Monde). Accolto al suo apparire da uno straordinario successo di pubblico e critica, è una di quelle rare opere che colpiscono profondamente al cuore restituendoci «l'emozione della verità» (El Mundo).

Vi aspettiamo
Venerdì 6 Novembre alle ore 18!!!

Le Ragazze di Ventas

È il 1939 a Madrid e la vita continua, come se fosse sospesa per un breve intenso momento, nel carcere femminile di Ventas.
Hortensia, i lunghi capelli raccolti in una treccia, gli occhi scuri e lo sguardo taciturno, passa buona parte della giornata a scrivere in un quadernetto azzurro. Quando parla, parla sottovoce, quasi sussurrando, poiché ha imparato a non porsi domande e ad accettare il fatto che la sconfitta penetra a fondo, molto a fondo, senza chiedere permesso e senza dare spiegazioni. Hortensia è incinta e sa che la sua vita è legata al bimbo che porta in grembo. Il giorno in cui nascerà sarà anche quello della sua fine.Elvira, sedici anni, la più piccola delle sue compagne, riempie di ceci un guanto per formare la testa di un burattino. Il peso le impedisce di maneggiarlo, ma lei non si arrende. Le sue piccole dita lottano con il guanto di lana e la sua voce accompagna la pantomima per scacciare la paura.Tomasa, che viene dall'Estremadura e ha la pelle olivastra e gli occhi a mandorla, si guarda attorno incredula. Non ha mai raccontato a nessuno il suo segreto: suo marito, i suoi quattro figli e la nuora sono stati gettati giù da un ponte dai falangisti.
Hortensia, Elvira, Tomasa hanno paura. Nelle loro voci, nei loro sguardi sfuggenti, c'è la paura. Negli sguardi dei loro familiari - di Pepita, ad esempio, la sorella di Hortensia che fa da messaggera tra lei e suo marito - c'è la paura. Sono donne che hanno combattuto per la libertà a prezzo della loro vita, donne alle quali non resta che evocare con emozione i ricordi, gli amori, le passioni, il tempo felice della loro esistenza.

Testimonianza di un periodo complesso e in parte oscuro (gli anni dopo la guerra civile, quando l'Europa era prima sconvolta dal conflitto mondiale e poi bloccata dalla guerra fredda, e poco o nulla si indagava sulla Spagna, lasciata all'arbitrio dei vincitori e della loro vendetta, con gli ultimi fuochi di guerriglia antifranchista e l'istaurarsi di un regime sordido e oppressivo), Le ragazze di Ventas (La voz dormida) si nutre di relazioni orali o scritte di eventi reali, chiacchierate con sopravvissuti, letture di saggi e ricerche d'archivio (il tutto ricordato in appendice). Ma non si nota. O meglio: si nota soltanto nella precisione e nel rispetto dovuto a un racconto terribile come questo, però non si nota nel racconto in sé, che scorre vivido e spontaneo, serenamente umano o visceralmente angoscioso, in un intrecciarsi coinvolgente di destini e ribellioni. Il ritmo affannoso di chi s'inoltra il tanto dolore e in tanto amore e in tanto coraggio è reso alla perfezione in capitoli brevi, a volte brevissimi, come per riprendere spesso fiato.
Molto più che una denuncia delle atrocità franchiste, questo romanzo sa diventare una voce collettiva non sepolta, né zittita, ma solo addormentata, come vuole il titolo originale, La voz dormida.

Chacòn, Dulce

Scrittrice impegnata, narratrice, poetessa e drammaturga, Dulce Chacòn nasce a Zafra il 3 Giugno del 1954 da una famiglia aristocratica, storicamente conservatrice, di destra, e da subito si rivela molto legata agli ideali progressisti, in ampio contrasto con l’impronta familiare (“Sono cresciuta sentendo solo una versione sulla guerra”, diceva, “Sapevo che c’era un’altra parte della storia”).

Impegnata nel sociale, si è, ad esempio, battuta per i diritti delle donne che patirono la carcerazione nel periodo della repressione franchista, si è apertamente schierata nel 2003 contro la guerra in Iraq, dove si recò personalmente con altri esponenti della cultura progressista spagnola e qui collaborò con alcune associazioni per la difesa dei diritti umani; da sempre attenta all’educazione dei giovani, era profondamente convinta del ruolo fondamentale della cultura come guida degli adolescenti nel loro diventare Uomini, si preoccupava di far accendere in loro l’amore per la letteratura, non applicando i metodi coercitivi scolastici.

Durante la sua giovinezza conobbe Paul Celain, Rainer Maria Rilke, César Vallejo e José Angel Valente, autori che hanno influito profondamente sul suo stile personale.

Tra i suoi romanzi "Algún amor que no mate", "Blanca vuela mañana", "Háblame, musa, de aquel varón", "Cielos de barro" e "La voz dormida" (Le ragazze di Ventas), nominato libro dell'anno in Spagna; per dar vita a questa sua ultima opera la Chacòn ha viaggiato per circa quattro anni per tutta la Spagna, raccogliendo quelle storie che poi andranno a comporre questo monumento alla Verità. In un articolo che ha scritto per El Pais, Dulce Chacón raccontò come, in una soffocante giornata d’Agosto, una delle donne da lei intervistate, di circa ottant’anni, chiuse la finestra per paura che la sua confessione potesse essere ascoltata. Parlò sussurrando tutto il tempo.

Nell’ottobre del 2003 le venne diagnosticato un cancro ormai in stato avanzato, e nel dicembre dello stesso anno si spense lasciando un vuoto culturale incolmabile.

sabato 10 ottobre 2009

"Il silenzio dei chiostri"

Petra, il poliziotto più duro ed efficiente del distretto di Barcellona, s'è sposata, e contrasta la maliziosa innocenza dei figli del marito Marcos. Anche il vice Garzón s'è sposato, ma lui si sente oppresso dalle infinite attenzioni dell'impeccabile moglie. Perciò, giunge loro come un sollievo amaro questo caso. Un omicidio nel convento delle sorelle del Cuore Immacolato, reso ancor più scabroso dalle modalità in cui sembra avvenuto. Il cadavere di frate Cristóbal dello Spirito Santo è stato ritrovato accanto alla teca che custodiva il Beato Asercio de Montcada. E il corpo sacro, miracolosamente incorrotto, intorno al quale, da esperto di reliquie, lavorava l'erudito cistercense, è scomparso. A intorbidare le piste, deviandole al soprannaturale, vi è poi un enigmatico biglietto: "cercatemi dove più non posso stare". Davanti a Petra e a Garzón si squaderna un ventaglio contraddittorio di ipotesi fantasiose che devono malvolentieri verificare, in un ambiente odoroso di incenso ma alquanto reticente. E sono perfino tentati da una tecnica d'indagine deduttiva che è loro estranea. Ma presto il realismo s'impone: "faccio fatica a credere a ciò che esula dalla mentalità comune", e la coriacea detective e il suo aiutante dai modi spicci e dalle mille fisime, riprendono il metodo abituale, faticoso e di strada.

Un’eroina dai nervi d’acciaio e il sorriso sprezzante. Petra Delicado, l’ispettore di polizia più famoso di Barcellona, torna con un’indagine intrigante e misteriosa. Al suo terzo matrimonio e alle prese con i tre figli di suo marito Marcos, Petra non rinuncia all’immersione totale nel suo lavoro. La stabilità sentimentale non ha affatto ammorbidito il suo carattere, così come non è riuscita a cambiare l’umore del suo vice Fermín Garzón, che continua a rimanere impulsivo e coriaceo anche adesso che frequenta il bel mondo.È Marina, la figlia di otto anni del suo nuovo marito, a lanciare Petra sulle tracce di un assassino. Al convento del Cuore Immacolato, dove la piccola va a catechismo, è stato ucciso frate Cristóbal, monaco cistercense dedito a ricerche di storia sacra. Dalla cappella è scomparso il corpo incorrotto del beato Asercio, meta di pellegrinaggi e visite turistiche. Petra e Garzón si ritrovano ben lontani dai soliti bassifondi. Madre Guillermina, suora basca tutta d’un pezzo, fumatrice incallita, è ben decisa a dirigere le indagini dal suo ufficio surriscaldato al centro di un labirinto di silenziosi corridoi per preservare la pace delle consorelle. Il commissario Coronas richiede la consulenza di uno psichiatra famoso mentre il mondo mediatico ha gli occhi incollati su una vicenda che si fa sempre più morbosa via via che pezzi della salma del beato cominciano a comparire in giro per la città. Come sempre ribelle, Petra non vuole saperne di identikit psicologici o di vecchie storie legate al culto delle reliquie, ma questa volta il filo da seguire è veramente troppo sottile e lo stress rischia di far fallire anche il suo terzo matrimonio. Giunta alla sua nona inchiesta, l’ispettrice Petra Delicado prova ad abbandonare il solito metodo speculativo, che la porta spesso fuori pista, che le fa fare ampie digressioni e la fa scontrare con giudici e commissari, per imitare il metodo dell’insigne studioso defunto: la deduzione tipica dell’ordine cistercense… Con scarsi risultati. Dove non arrivano le elucubrazioni dotte, arriverà ancora una volta l’istinto terreno. Il fiuto umano, troppo umano, di due personaggi indimenticabili.In quello che forse è il romanzo più ambizioso della serie, la Bartlett salta con disinvoltura fra il divertente ritratto delle nuove famiglie allargate e un acido compendio degli aspetti più oscuri della Spagna profonda, regalandoci un giallo ricco di suggestioni, ironia ed intelligenza, da leggere tutto d’un fiato.

Giménez - Bartlett, Alicia

Considerata una Camilleri spagnola per la vivacità della scrittura e l’originalità delle storie, Alicia Giménez-Bartlett è nata ad Almansa nel 1951 e vive dal 1975 a Barcellona.
Laureata in Letteratura e Filologia Moderna, ha insegnato per tredici anni letteratura spagnola e, dopo il successo dei suoi romanzi, ha deciso di dedicarsi completamente alla scrittura. Prima di ottenere infatti un enorme successo in patria con i romanzi Ritos de muerte e Dias de Perros la Bartlett ha pubblicato diversi libri: con Una abitacion ajena, che racconta il difficile rapporto tra Virginia Woolf e la sua cameriera, ha vinto nel 1997 il premio Feminino Lumen per la miglior scrittrice spagnola.
A consacrarla come una delle più seguite e amate scrittrici del suo paese è la serie di romanzi polizieschi che vedono protagonista l'ispettrice Petra Delicado e il suo vice Fermìn Garzòn. Humour, disincanto, autoironia e personaggi non scontati, caratterizzano la scrittura di Alicia che, pur non sottovalutando l’importanza dell’intrigo, punta tutto sui personaggi che, romanzo dopo romanzo, sono in continua evoluzione nei rapporti con gli altri, ma soprattutto con se stessi.
Nel 1999 dai gialli di Alicia Giménez-Bartlett è stata tratta una serie televisiva in tredici puntate, "Petra Delicado", interpretata da Ana Belen e Santiago Segura.

lunedì 28 settembre 2009

Bentornati!!!

Cari appassionati lettori, ecco che con l'autunno si apre una nuova stagione di letture e discussioni legate al nostro Club!
Se siete soddisfatti dell'attività del nostro Club e pronti ad affrontare insieme a noi un nuovo viaggio nel mondo del libri, accorrete numerosi in biblioteca

Venerdì 9 Ottobre 2009
dalle 18.00 alle 19.00

L'incontro sarà dedicato alla discussione su "Il silenzio dei chiostri" di Alicia Giménez Bartlett !!


Confidando nella vostra partecipazione, cogliamo l'occasione per salutare calorosamente tutti i nostri più affezionati partecipanti!

mercoledì 8 luglio 2009

8° RIUNIONE

Venerdì 12 giugno si è tenuta l'ultima riunione del Club prima della consueta pausa estiva. La discussione è stata stimolata dalle letture effettuate nel mese precedente e fissate per l'incontro, ovvero Il mio cuore riposava sul suo di Lara Santoro e La collina dei conigli di Adams. Entrambi i romanzi sono stati apprezzati ma sono state mosse alcune critiche nei confronti del primo. Nonostante ne sia stata apprezzata l'ambientazione che richiama La mia Africa di Karen Blixen e contenga tematiche realmente interessanti ed importanti, queste tuttavia vengono affrontate in modo piuttosto superficiale, senza un doveroso approfondimento e lo stile della scrittrice è stato in taluni casi giudicato troppo cronachistico, evidenziando molto spesso la difficoltà nella resa dell'intreccio. Sicuramente apprezzabile la figura della vera protagonista del romanzo: Mercy, donna africana dal cuore grande, che attraverso il suo agire fa scoprire dei lati nascosti e molto spesso carichi di dolori di un continente amato ma ancora da scoprire.
Riscontro più positivo ha avuto, invece, il secondo romanzo, da molti definito epico, che attraverso la sua semplicità e la curiosa storia di una comunità di conigli costretti ad affrontare avventure rocambolesche mette in evidenza le tematiche scottanti della società umana. Naturale il confronto con La fattoria degli animali di Orwell, senza però avere le stesse pretese e conservando una certa leggerezza di stile raggiunta attraverso un racconto accattivante e piacevole.
La proposta di lettura per l'estate è : Il silenzio dei chiostri di Gimenez Bartlett Alicia romanzo ambizioso in cui l'autrice salta con disinvoltura fra il divertente ritratto delle nuove famiglie allargate e un acido compendio degli aspetti più oscuri della Spagna profonda, regalandoci un giallo ricco di suggestioni, ironia ed intelligenza, da leggere tutto d’un fiato.
Il prossimo appuntamento è per l'autunno e vi auguriamo una buona estate, delle serene vacanze e, come di consueto, Buona lettura!!

giovedì 21 maggio 2009

7° RIUNIONE

Venerdì 15 Maggio si è svolto l'ennesiso incontro del Club, in occasione del quale Profumo di Suskind ha originato un'appassionata discussione: unanimamente è stata sottolineata la particolarità del romanzo, interamente incentrato sul senso dell'olfatto, proprio quello che solitamente è il meno considerato fra i cinque sensi; inoltre è emerso come questo sia piuttosto un romanzo psicologico che un vero e proprio thriller. Queste due peculiarità costituiscono le cause dell'inefficace adattamento cinematografico, dal momento che le pagine di un libro, se l'autore ne è all'altezza, possono maggiormente trasmettere il fulcro di una storia costruita su un motivo così effimero e vago come gli odori rispetto alle immagini di un film.
Si è poi sottolineato il riferimento alla classica favola di Eros e Psiche dello scrittore latino Apuleio, inserita come digressione all'interno de Le metamorfosi, opera maggiormente nota col titolo di Asino d'oro, ripresa attraverso il nome ('Amore e Psiche') del primo profumo creato dal protagonista.
Per quanto riguada le nuove letture del Club, sono stati proposti i seguenti romanzi: Il mio cuore riposva sul suo di Lara Santoro e La collina dei conigli di Richard Adams.
Il prossimo incontro è fissato per venerdì 12 giugno alle ore 18:00.

lunedì 23 marzo 2009

6 RIUNIONE

L’incontro del 20 marzo 2009 si è basato sul confronto in relazione alla lettura di “Grandi speranze” di Charles Dickens e sulla relazione tra tale opera ottocentesca e il contemporaneo “Il gioco dell’angelo” di Carlos Ruiz Zafon , testo sul quale si è discusso nell’incontro precedente. La decisione di procedere alla lettura di Dickens è nata dal fatto che tale libro viene citato ne “Il gioco dell’angelo”da uno dei personaggi principali e ha pertanto stimolato la curiosità degli utenti del club.
Tale citazione ha dato modo di riflettere sulle connessioni, non poche, esistenti tra le due opere, che sebbene siano molto lontane per epoche e stile, sembrano attingere a tematiche simile e riportano entrambe un’atmosfera noir. Dopo aver parlato ed avere esposto le proprie idee in riferimento alle somiglianze e alle divergenze, si è dato spazio alle nuove proposte.
Sono emerse tre opzioni di lettura: “Il profumo” di Patrick Suskind , un thriller accattivante basato sul predominio sensoriale dell’olfatto, che ha catalizzato l’attenzione e l’interesse della maggior parte dei partecipanti , “ Il bambino senza nome” di Mark Kurzem, romanzo verità sull’incredibile storia di un uomo bielorusso di origine ebrea , scampato durante l’infanzia allo sterminio nazista e divenuto, paradossalmente, mascotte delle truppe lettoni filonaziste, ed infine come ultima proposta l’attenzione si è concentrata sul romanzo di Jhon Irving dal titolo “ Le regole della casa del sidro”, dal quale è stato tratto l’omonimo film. Si è deciso unanimemente di leggere “Il profumo” di Suskind e di fissare il prossimo appuntamento del club per Venerdì 15 maggio 2009.
Buona lettura a tutti!

venerdì 27 febbraio 2009

5° Riunione

Venerdì 20 Febbraio il Club dei lettori è stato teatro di un acceso dibattito su Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz-Zafon. Nello specifico, si sono fronteggiati due opposti schieramenti: chi ha apprezzato il romanzo, talvolta preferendolo al precedente L'ombra del vento, in quanto accattivante ed entusiasmante, e chi invece ha esposto qualche riserva e perplessità proprio riguardo alla trama, giudicata o troppo artificiosa, poichè giocata sulla sovrapposizione di scene dal forte taglio cinematografico, o evanescente, per la presenza nella vicenda dell'elemento sovrannaturale. Per quanto riguarda l'epilogo, è sorta spontanea la domanda: "si tratta di una benedizione o di una maledizione per il prtagonista sopravvivere oltre il tempo accanto alla reincarnazione del suo amore, che rivive ma sotto un'altra veste?"; la risposta pare scontata: lo scrittore, una volta venduta la sua anima al diavolo, forse alla ricerca di fama o semplicemente per denaro, non può che perdersi per sempre nel suo inferno. In ogni caso, la discussione si è conclusa con un'unanime impressone: l'immensa ammirazione per il potere magnetico della scrittura di questo autore.
Dallo stesso romanzo di Zafon è sorta la nuova proposta di lettura: Grandi speranze di Charles Dickens, citato appunto ne Il gioco dell'angelo; l'idea è parsa ottima per due motivi: cogliere l'occasione per leggere un classico intramontabile, non ancora proposto in quest'anno di vita del Club dei lettori, e, sprattutto, capire come mai questo libro sia così caro a Zafon, tanto da proporlo ai personaggi della sua opera e, indirettamente, ai suoi stessi lettori!
Dunque, vi aspettiamo Venerdì 20 Marzo al prossimo incontro del Club per approfondire questi spunti di lettura.

martedì 24 febbraio 2009

Charles Dickens

Nacque a Landport, presso Portsmouth (contea dello Hampshire) da John Dickens e da Elizabeth Barrow, secondo di otto figli. Quando aveva cinque anni la sua famiglia si trasferì nel Kent, dove egli ricevette la prima educazione. Come ebbe modo poi di affermare di suo pugno, fino a quel momento la sua infanzia era stata un periodo idilliaco. Passava il tempo libero all'aperto impegnato in voraci letture. Più tardi racconterà delle sue vivide memorie riguardanti l'infanzia e della particolare memoria fotografica che lo aiutò a dar vita alle sue finzioni.
All'età di dieci anni, la sua famiglia fu costretta nuovamente a trasferirsi a Camden Town, un quartiere di Londra. La sua famiglia era abbastanza agiata ed egli fu iscritto presso una scuola privata, ma tutto cambiò quando suo padre, avendo speso troppi soldi nel difendere e sostenere la propria posizione sociale, venne arrestato per debiti.
All'età di dodici anni fu ritenuto abbastanza grande per lavorare e venne mandato a lavorare in una fabbrica che produceva lucido per scarpe per dieci ore al giorno. Charles, per guadagnare denaro, iniziò anche a spacciare oppio, sostanza che, con l'andare del tempo, avrebbe iniziato ad assumere.
Dopo qualche anno la situazione economica della famiglia migliorò, grazie anche ai soldi ereditati dalla famiglia di suo padre. Anche quando suo padre fu liberato dalla prigione, la madre di Charles non lo fece smettere subito di lavorare in fabbrica perché questa apparteneva ad un suo parente. Dickens non le perdonò mai questo comportamento, e il risentimento per la sua situazione e le condizioni della classe operaia divennero il tema principale dei suoi lavori.
All'età di quindici anni entrò in uno studio di avvocati come praticante, con buone prospettive di diventare avvocato, ma la professione non gli piaceva e quindi iniziò a studiare stenografia, diventando cronista parlamentare ed avendo la possibilità di viaggiare in tutta la Gran Bretagna; proprio dal suo lavoro di giornalista nascerà la sua prima opera, Sketches by Boz.

A vent'anni scrisse il primo romanzo per il quale incominciò a farsi un nome: The Pickwick Papers (in Italia pubblicato con il titolo di Il Circolo Pickwick).
Iniziò quindi a dedicarsi alla scrittura finché a ventisei anni venne pubblicato sull'Evening Chronicle, in dispense mensili, il romanzo "Quaderni postumi del Circolo Pickwick" (The Pickwick Papers), che lo rese famoso nel panorama della narrativa inglese.
Nel frattempo il 2 aprile 1836 aveva sposato Catherine Hogarth, figlia del direttore del giornale, e si era trasferito a Bloomsbury, precisamente al numero 48 di Doughty Street.

Nel 1836 accettò di lavorare come scrittore presso Bentley's Miscellany, un lavoro che conservò fino al 1839.
Il 4 gennaio 1842 partì con la moglie per gli Stati Uniti dove visitò (ormai scrittore conosciuto) Boston, Washington, New York e il Mississippi.
Tra il 1844 e il 1845 soggiornò a lungo a Genova ed ebbe occasione di visitare diverse altre città italiane fra cui Roma e Napoli. Il resoconto di questi viaggi costituì il materiale per il suo libro Pictures from Italy 1844-45[1]. Fu nella lunga tappa genovese nell'estate del 1844 che scrisse Le campane (The Chimes).
Fece quindi ritorno in Inghilterra dove si impegnò a dare vita ad un giornale liberale impegnato per la lotta nell'abolizione delle leggi protezionistiche sui prodotti agricoli. Nel 1846, in gennaio, uscì il primo numero del Daily News, i cui principi guida sarebbero stati miglioramento, progresso, educazione, libertà religiosa e civile, legislazione equa. Dopo soli 17 numeri si dimise però dall'incarico di direttore lamentandosi di essere circondato da incapaci.
Il 1848 fu turbato da gravi questioni familiari e da grandi litigi nella cerchia degli amici ma Dickens condusse comunque in porto il progetto di un giornale periodico battezzato Household Words con l'intento di mescolare la narrativa e la polemica contro i mali del suo tempo. Il primo numero uscì nel 1850; i progetti di risanamento edilizio londinesi ne subirono l'influenza. In esso citò il funesto terremoto che colpì la Basilicata nel 1857[2]).
Nel 1850 progettò e mise in scena insieme a Lord Bulwer Lytton un testo teatrale di ambientazione settecentesca, Not so bad as we seem. La moglie si ammalò ed una figlia morì improvvisamente.

Nel 1855-56 visse a Parigi durante l'inverno, trasferendosi in estate presso Boulogne. I rapporti con i familiari si andavano, intanto, deteriorando.
Nel 1858 si separò definitivamente dalla moglie, mettendo un annuncio sui giornali e accusandola di non aver mai saputo badare ai figli e alla famiglia, nonostante inizialmente fossero felici; comunque Dickens continuò a mantenerla e mise a sua disposizione una casa dove potesse vivere. Fu lì che morì dopo venti anni. Georgina, la sorella di Catherine, si mosse in suo aiuto e vi erano voci che Charles fosse romanticamente legato alla sorella.
L'infelicità nel rapporto coniugale di Dickens si mostrò anche quando nel 1855 egli andò ad incontrare Maria Beadnell, il suo primo amore, che pur essendo sposata sembra che sia caduta in fallo nel vedere il romantico ricordo che Charles aveva di lei.
Il 9 giugno 1859 fu coinvolto nel disastro ferroviario di Staplehurst. Nell'incidente, sei carrozze del treno sul quale Dickens viaggiava caddero da un ponte in riparazione; l'unica carrozza di prima classe che rimase sul ponte fu proprio quella in cui si trovava lo scrittore. Rimase sul posto per assistere i feriti, per poi ritornare nella sua carrozza a salvare i manoscritti dell'opera incompiuta Our Mutual Friend. Nonostante ne fosse uscito incolume, non fu mai in grado di cancellare dalla sua mente tale disgrazia.
Dickens cercò di evitare le inchieste sul disastro per non far scoprire il motivo del suo viaggio; era infatti di ritorno dalla Francia dove era andato a trovare l'attrice Ellen Ternan, la donna che gli aveva fatto dimenticare Catherine e con la quale aveva già una relazione prima di arrivare alla separazione definitiva.
Sempre nel 1859 fondò il periodico All the Year Round, che ebbe uno strepitoso successo, vennero vendute circa 10.000 copie.

Negli ultimi mesi del 1865 si recò ancora in America per un giro di lettura delle sue opere. Il suo stato di salute peggiorava giorno dopo giorno. Alla fine gli fu diagnosticato un attacco di paralisi.
L'8 giugno 1870 fu colpito da un colpo apoplettico e morì il giorno dopo, esattamente a undici anni di distanza dal disastro di Staplehurst.
È sepolto nell'abbazia di Westminster nell'angolo dei poeti (Poet's Corner).
La sua vita è stata raccontata da John Forster nel libro The Life of Charles Dickens (Londra, 1872-1874)[3].
A Dickens è stato intitolato il cratere Dickens, sulla superficie di Mercurio.

Grandi Speranze


Il romanzo ha come protagonista Pip (contrazione di Philip Pirrip), orfano che vive con la sorella ed il marito di lei. I rapporti con la sorella non sono molto buoni, mentre Pip è molto affezionato al cognato fabbro Joe; sempre nel periodo infantile avviene il fatto chiave della vicenda: infatti in una palude nei pressi del paesino Pip incontra un malfattore di nome Magwitch che lo obbliga a portargli del cibo ed una lima per segare le catene che lo avvincono (era infatti fuggito da una nave che lo doveva deportare). Il bambino, terrorizzato dal delinquente, ruba dalla dispensa di casa sebbene sia molto impaurito della sorella che lo potrebbe scoprire.
In seguito, il ragazzo entra sotto la protezione di una nobile del luogo, Miss Havisham, nella casa della quale incontra Estella; egli se ne invaghisce, ma essa è irraggiungibile essendo lui di umili condizioni e di grossolana educazione, mentre lei è stata adottata dalla stessa signora e da lei educata.
Nel prosieguo del romanzo Pip riceve un'enorme fortuna, che si crede gli sia stata donata dalla sua protettrice, che lo aveva preso in simpatia: il benefattore desidera però restare anonimo. Con le nuove possibilità, si aprono appunto per Pip grandi speranze; nonostante questo, Pip non riesce ad ambientarsi del tutto nella vita di città, complice anche la delusione per il matrimonio di Estella con un bruto che ella stessa ritiene tale.
Più avanti scoprirà che la sua fortuna deriva da Magwitch; questi era stato deportato in Australia dove aveva fatto fortuna, ma aveva serbato intatta la riconoscenza per l'allora bambino. Magwitch viene a trovarlo a Londra rischiando la vita (è infatti sfuggito alla deportazione e verrebbe sicuramente ucciso se scoperto), ma getta nella disperazione Pip, che si trova tra l'altro a dover nascondere un latitante. Nel tempo della sua permanenza nella city di Pip avvengono fatti importanti: egli stringe amicizia con Herbert ed entra in contatto con Jaggers, l'intermediario che gli ha recapitato i soldi di Magwitch; inoltre muoiono la sorella e Miss Havisham.
Pip riceve un messaggio in cui è invitato a recarsi al suo paesino d'origine per discutere di fatti importanti; il protagonista si trova però in una trappola architettata da Orlick, l'aiuto fabbro di Joe; Pip si salverà solo grazie ad un provvidenziale intervento dell'amico Herbert. Decidono allora di far fuggire Magwitch in suolo straniero ma vengono scoperti. Magwitch è condannato all'impiccagione ma muore prima dell'esecuzione.Dopo aver scoperto che Estella è figlia di Magwitch, incontra proprio questa nella casa di Miss Havisham ormai abbandonata...

mercoledì 28 gennaio 2009

4° Riunione

Nell'incontro di Venerdì 23 Gennaio si è nuovamente discusso dei libri presentati nelle ultime riunioni; in alcuni casi, come Yoshimoto e Murakami, il dibattito si è orientatato anche su altre opere degli stessi autori, evidenziando l'entusiasmo dei partecipanti nei confronti degli scrittori proposti.
Invece, per la prossima riunione è stata consigliata la lettura de Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz-Zafon, che cosituisce l'antefatto della vicenda narrata nel precedente romanzo L'ombra del vento.
Invitiamo pertanto i membri del Club a partecipare al prossimo incontro, fissato per Venerdì 20 Febbraio alle ore 18:00 e... aspettiamo qualche nuovo partecipante!